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Lui e Lei, tra di loro, si differenziano per molti aspetti: preferenze, comportamenti, modalità di relazionarsi con l’altro, espressività emotiva, forma educativa, modo di comunicare. Le neuroscienze hanno dimostrato che il cervello di Lui e il cervello di Lei sono “differenti” e pertanto reagiscono a stimoli esterni in maniera diversa e comunicano in modo differente. Lui è di base più razionale e rigido nelle situazioni mentre Lei è più intuitiva, si adatta meglio alle situazioni. Una comunicazione efficace richiede un’adeguata selezione delle parole, mezzo d’espressione naturale con un enorme potenziale infinito e stravolgente. La parola non è soltanto una specie di etichetta apposta a un’idea o a un complesso di cose, di eventi o di emozioni, senza alcuna incidenza sulla consistenza cognitiva ed emotiva del contenuto mentale: una parola è il nucleo di condensazione delle esperienze conoscitive ed emotive degli individui; è il punto di riferimento simbolico intorno a cui si organizzano le esperienze individuali e sociali di ognuno; è il filo che lega insieme e fa rivivere i sogni, i desideri, le emozioni degli individui, dando loro lo spazio per esistere. Il linguaggio che usiamo è formato da parole che racchiudono questo “magico” potere, le parole che pronunciamo e pensiamo infatti, non servono soltanto a descrivere il mondo nel quale viviamo, ma lo plasmano in tutto e per tutto. Rino Finamore, l’autore di questo saggio, esperto in Psicologia dei processi cognitivi e della comunicazione ci svela i segreti per “manipolare” le parole al fine di riuscire a persuadere chi ci sta di fronte a beneficio delle relazioni con: partner, figli, colleghi, alunni, capi, ecc. Riuscire a persuadere l’altro attraverso il potere del linguaggio significa prima di tutto conoscere il proprio interlocutore, comprenderne le peculiarità personali e quelle legate al genere, e, questo, presuppone principalmente la capacità di ascolto e le conoscenze di come funziona il cervello di Lui e quello di Lei, di cosa accade a livello ormonale, quali sostanze vengono prodotte e in quali occasioni perché «i limiti del mio linguaggio – diceva il filosofo Ludwig Wittgenstein – costituiscono i limiti del mio mondo. Tutto ciò che io conosco è ciò per cui ho delle parole».

Ogni essere umano possiede un cervello, ma quanti lo utilizzano consapevolmente? Quanti riescono a controllare le relazioni, gli eventi, le situazioni di vita quotidiana? “Questo libro ha lo scopo di rivelarti i poteri immensi che ha la tua mente e come li puoi utilizzare per ottenere il meglio per te stesso” scrive l’autore. Ogni pagina è uno spunto di riflessione teorico a cui seguono interrogazioni guidate – dal mental coach Rino Finamore – rivolte a noi stessi. Si tratta di un vero e proprio percorso individuale che ha il fine di stimolare e indurci a uno sviluppo della crescita personale, mediante la conoscenza delle potenzialità di cui il nostro cervello dispone. Il focus, dunque, è incentrato sul funzionamento del cervello, sui processi sensoriali e cognitivi con cui le persone apprendono nuove informazioni dalla realtà esterna e le integrano con quelle esistenti; creando, aggiornando o modificando le mappe mentali già insite e presenti in ognuno di noi generando di fatto nuove neuroconnessioni. Il corpo e la psiche sono considerati un’unità inscindibile.
Rielaborare il mondo secondo mappe mentali più congeniali al nostro divenire vuol dire progredire verso la realizzazione personale, ma tutto ciò richiede flessibilità e un costante e continuo riadattamento, in una parola: cambiamento, infatti uno degli ‘ingredienti segreti’ per raggiungere il successo è il cambiamento e di riflesso la capacità di adattamento.
In che modo si può ottenere tutto questo? Mediante l’uso dell’intelligenza mentale ossia la capacità dell’uomo di “riadattarsi” continuamente, grazie al cervello plastico, agli stimoli del mondo, di “gestire abilmente” le emozioni e di essere “diversamente talentuoso” a livello comportamentale.
Un libro che accompagna il lettore in un percorso ben preciso: quello del “saper divenire”. E saper divenire implica la conoscenza e l’uso della propria intelligenza mentale, la quale diviene la chiave di lettura o la chiave della serratura per il successo personale nella vita e nel lavoro.

Racconto ambientato nella meravigliosa regione del Sud Italia, la Basilicata, con protagonista i dislessico e talentuoso Albert. Le caratteristiche delle sue difficoltà di apprendimento e le ricadute sia in ambito scolastico he familiare pongono in evidenza le strategie per intervenire nelle abilità deficitarie, le tecniche per individuare e potenziare le risorse personali, nonché gli strumenti di compensazione e le modalità di intervento psicoeducativo. La dislessia viene vista dal di dentro, attraverso i vissuti emozionali del protagonista, e da di fuori evidenziando le circostanze relazionali e ambientali che creano condizioni di disagio e inadeguatezza. Riconoscere le emozioni, come forza emozionale che in quelle circostanze pervade e si manifesta attraverso il corpo, come “competenza senza comprensione” (Nardone 2019), permette al bambino l’adattamento al mondo interno ed esterno, da qui lo svelamento che la famosa formula E=mc2 nella visione dell’intelligenza emotiva (Goleman 2016) sta ad indicare il rapporto tra emozioni, mente e corpo.
Leggendo il racconto della vita di Einstein, si scoprirà che essere dislessici non significa non poter fare le cose che piacciono o non poter diventare quello che si desidera. I bambini infatti, dopo che hanno compreso la propria particolarità e gestito gli inevitabili ostacoli della vita, saranno in grado di poter esprimere i propri talenti e guadagnarsi un posto nella storia.
Questo libro quindi apre la mente su una visione nuova del Sé e si propone di potenziare il repertorio di abilità del bambino, di favorire la scoperta delle inclinazioni e delle attitudini nonché lo sviluppo delle ricorse di cui è dotato a che non sono state ancora identificate secondo la prospettiva della psicologia Positiva (Seligman 2000) nell’ottica dell’evoluzione e della crescita personale.

Questo libro è un manuale di sopravvivenza attraverso il quale l’autore fornisce delle vere e proprie strategie esistenziali su come affrontare le avversità della vita.

Di fronte agli improvvisi cambiamenti si può essere passivi o attivi, puoi lasciare che l’evento ti travolga oppure ti attrezzi per governarlo.

Partendo da una riflessione personale su un evento tragico accaduto, ossia la morte per leucemia di sua sorella Margherita, l’autore definisce il percorso attraverso il quale è riuscito a fronteggiare la malattia prima e la morte dopo, fino a gestirlo con “successo”. Successo inteso non come “essere celebrità” ma come opportunità di far “succedere” le cose ma farle accadere in armonia, in linea e in sincronia con il proprio progetto di vita per un’ottima evoluzione personale. Successo come participio passato del verbo succedere ovvero è accaduto come conseguenza dell’agire. La grande meta della vita – ci ricorda Thomas Henry Huxeley – non è la conoscenza bensì l’azione.

Ogni evento vissuto, – scrive l’autore – può essere capitalizzato in termini di significati perché la vita stessa è significato. Se da un lato la pratica filosofica il counseling e il coaching ci aiutano nel processo di cambiamento, dall’altro ci offrono l’occasione di (ri)pensare “l’evento”, di esserne protagonista e non vittima. “Riflessione”, “intuizione” e “azione” sono l’essenza stessa del pensiero. Senza questi passaggi il pensiero, è vuoto, resta intrappolato in se stesso, diventa pensiero ricorrente, circolare.

Un saggio, non solo profondamente commovente per la storia che descrive, ma anche pieno di riflessioni per le citazioni, filosofiche e soprattutto bibliche, che affiancano la narrazione.

Dall’inizio alla fine, viene descritto un percorso dove l’elemento principale non è il dolore, ma la speranza. È la speranza il filo conduttore di questa storia. Esempio di nobiltà d’animo e forza interiore; una testimonianza necessaria per capire i veri valori dell’esistenza. Impressiona il tono della scrittura; un tono che mai cede il passo alla rabbia e al rancore, vi è sempre una fedele descrizione degli eventi che interiorizza il dolore, senza però riuscire a spiegare il perché di tanta sofferenza.

Margherita – scrive l’autore – non si è sottratta al richiamo della morte anzi, ha saputo con semplicità, riempire di significato parole che altrimenti sarebbero rimaste spaventosamente vuote quando ha accolto il dono della leucemia e l’ha fatto suo.

In questa raccolta di poesie, Rino Finamore ha voluto conservare ogni sensazione personale con arte e sentimento attraverso le sue liriche, ma nello stesso tempo, lasciando spazio ai versi di Margherita e Anita, le sue sorelle, ha voluto rendere forte e perpetuo quell’amore capace di sopravvivere al tempo che ci è dato vivere.

Poesia nell’aria, poesia dentro di noi, poesia intorno a noi. Di questo l’autore, ci porta a conoscenza. E lo fa con garbo, con eleganza, senza mai esagerare con il volume della musica che producono i suoi versi, senza mai rompere quel sonoro silenzio che ogni buona lettura deve rispettare. Io, essere umano, errante in questa vita passeggera, mi sono sporto più volte verso l’infinito, anelando a toccare il cielo con un dito, ma sono rimasto perennemente fra il cielo e il mare, in un fluttuare continuo. E in questo fluttuare, ci insegna a porre lo sguardo su ogni istante che la vita ci regala, su ogni luogo che è degno di esser visto, senza mai perdere di vista l’amore che si nasconde in ogni dove.

La Poesia, quando esprime il nostro pensiero, non ha confini delimitabili, e quando riesce a imprimere nel cuore e nella mente il ricordo di qualcuno, allora rende immortali.