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Una nuova filosofia di vita

Diverso tempo fa ho letto che «Tutti la cercano, ma pochi la trovano. Stiamo parlando della felicità: e se dipendesse dal fatto che non sappiamo cosa cercare?»

Questa frase mi ha fatto riflettere molto sulla “felicità”. Ognuno di noi la vorrebbe come ingrediente permanente della vita, per ora e per sempre. Dimmi che pure tu l’hai pensato, vero?

Il punto è che, effettivamente, non sappiamo davvero cos’è la felicità. Questo perché ognuno ha una propria idea. Un’idea che si è costruito nel tempo.

Ognuno ha raccolto nell’arco della propria esperienza di vita tanti elementi, l’ha messi assieme facendosi una propria considerazione della felicità. Più che legata al “cosa”, la felicità è legata al “quando”.

Molte persone ti sanno dire quando sono stati oppure sono felici, ma se devono spiegare che cosa è la felicità: scena muta!

Del resto cosa importa sapere qual è la definizione? L’importante è essere felici.

La felicità è un processo dinamico, perché siamo felici mentre facciamo ciò che ha senso per noi. Molto spesso infatti sono i nostri atteggiamenti ad ostacolare la felicità, impedendoci prima di tutto di riconoscerla e poi di viverla.

L’artista è felice mentre dipinge i suoi quadri e non nel venderli. La felicità è processo interiore, profondo. Le ricerche ci dicono che la felicità è “prodotta” continuamente dal nostro cervello. È uno stato mentale del tutto naturale.  Infatti, mentre pensiamo progettiamo idee e immaginiamo obiettivi, il nostro cervello si predispone così a creare una condizione di soddisfazione che non dipende dalle circostanze esterne e non ha scadenza temporale. Tale condizione di pienezza è la felicità.

Passiamo troppo tempo a focalizzare l’attenzione su quello che non va nella nostra vita, sugli accidenti e sulle circostanza che definiamo spiacevoli piuttosto che concentrarci su quello che facciamo quotidianamente mentre queste cose accadono.

Molto spesso ci predisponiamo al cattivo umore perché, diciamo a noi stessi «Oggi va tutto male, non me ne va una dritta!».

«La mente – diceva John Milton – in se stessa può fare un paradiso dall’inferno o un inferno dal paradiso». Dobbiamo fare tesoro di questo. Capire, che la felicità è un atteggiamento mentale propositivo.

Ora, sappiamo dove cercare la felicità. Dentro di noi, nella nostra mente. Il cervello produce endorfine e neuro-trasmettitori, in particolare la serotonina, che inducono uno stato di benessere e di felicità.

E allora, perché ci sfugge la felicità, se è qualcosa di naturale per il nostro cervello?

Domanda interessante. Purtroppo, nonostante il nostro cervello esegua questo compito, nella vita sono soprattutto gli stati d’animo negativi che generiamo ad avere la meglio. Molto spesso siamo vittime di preoccupazioni e di ansie ingiustificate, alle quali lasciamo ampio spazio di manovra per colonizzare i nostri pensieri fino a “contaminare” la nostra mente.

Se vogliamo sfruttare appieno la capacità del nostro cervello di “produrre” felicità, occorre aiutarlo con l’atteggiamento giusto, imparando a fare lo swtich tra cattivo umore e buonumore.

Quando al mattino ti accorgi che ti sei “alzano con piede sbagliato” chi ti impedisce di rimettere a posto le cose?

È vero, alcune giornate sono faticose e, per certi aspetti, dolorose, ma sforzati di trovare in ognuna di esse un momento, un solo momento che si richiami ad uno stato di felicità e che hai affrontato con il buonumore. Lo riconosci subito. È l’istante in cui sei stato “preda” di un sorriso.

Quell’attimo, è bastato al tuo cervello per entrare in modalità “felicità”. Ripensalo profondamente e lascia che questo stato positivo contamini il resto della tua giornata.
Cambia filosofia di vita: apprezza tutti questi piccoli momenti di felicità.

Come diceva il grande Totò «È la somma che fa il totale!».
(Ed ora ripensando a Totò hai sorriso. Visto che funziona?)


Letture consigliate:
Arthur Schopenhauer, Consigli sulla Felicità, Oscar Mondadori, Milano, 2007
Lucio Anneo Seneca, Sulla felicità, Rizzoli, Milano, 1996.